Continuano gli approfondimenti settoriali Main Service: dopo l’analisi 2022 del calzaturiero, è il momento di conoscere il preconsuntivo 2022 della pelletteria. Come per il settore calzaturiero, il Centro Studi di Confindustria Moda si è occupato dell’elaborazione dei dati, diramandoli nel mese di febbraio.
Preconsuntivo Pelletteria 2022: segnali di ripresa
Il 2022 è stato per la pelletteria l’anno di riavvicinamento alla normalità. Il settore è stato trainato principalmente dall’export mentre ad incidere internamente sono i costi elevati di materie prime e semilavorati oltre al caro bolletta.
Stando ai dati elaborati, le previsioni di fatturato sul primo trimestre 2023 sono orientate verso un ulteriore recupero di ricavi, ma d’intensità ridotta.
Produzione, Occupazione & Consumi
Per quanto riguarda la produzione industriale, dopo un primo semestre caratterizzato da un recupero del 12,3% ed una terza frazione di crescita più contenuta (+3%), l’ultimo quarto dell’anno resta sostanzialmente invariato (-0,2% rispetto l’ultimo quarto 2021). Il rallentamento della domanda nazionale ed internazionale restituisce nel complesso una diminuzione del -9,5% sul periodo prepandemico. L’anno si conclude comunque positivamente, presentando una crescita sull’anno precedente del 6,7%. Analogamente sul fatturato si registra un recupero sul 2021 del 14,8%.
Sul fronte occupazionale il 2022 ha riassorbito le perdite del precedente biennio con una crescita degli impiegati del 5,7% rispetto a dicembre 2021. Minimo, ma comunque positivo, anche l’incremento rispetto i tre anni precedenti (+0,05%). Le ore di cassa integrazione guadagni per le aziende della Filiera Pelle diminuiscono dell’80,8%, attestandosi a 13,1 milioni.
Differentemente, è il numero di aziende a calare del 2,1% rispetto l’anno precedente, con un saldo negativo di 86 unità.
I consumi interni crescono del 5,5% sul 2021, ma risultano ancora inferiori del 4% sul 2019, quando i livelli non erano già particolarmente soddisfacenti. Il dato è frutto di un progressivo calo nel corso dei 4 trimestri dell’anno (da una crescita del 17,9% fino alla flessione nell’ultimo trimestre dell’1,5%).
Per quanto riguarda i turisti stranieri, l’aumento delle presenze rispetto al 2021, non consente di recuperare il divario prepandemico. Il gap si assesta sul 20% rispetto i primi 10 mesi dell’anno precedente.
Import, Export & Saldo Commerciale
Le esportazioni nei primi 10 mesi del 2022 hanno fruttato 9,1 miliardi di euro, in crescita del 15,4% sullo stesso periodo del 2021. La crescita in valore non si accompagna però a quella in quantità. Si registra infatti un calo dell’1,7%, evidenziando miglior performance dei beni di lusso, specialmente verso la Francia (+32,5% in valore). Al primo posto si conferma comunque la Svizzera, sebbene in calo rispetto al precedente anno (-15,5% in valore).
All’estero, i principali mercati sono gli Stati Uniti, con un incremento del 51,6%, anche in virtù del cambio favorevole. L’incremento maggiore si registra sempre in Nord America, ma in Canada, con un +59%.
Cresce anche il Far East, complessivamente del 25,6%. All’interno, tra i principali mercati, si registra un incremento per Corea del Sud, Giappone e Taiwan, rispettivamente del 34%, 25% e 98%. Altrettanto bene gli Emirati Arabi, in crescita del 69%. In Europa si registra la ripresa del Regno Unito post Brexit, ma sono Russia ed Ucraina a registrare le prestazioni peggiori. Se al calo in valore in Russia se ne accompagna uno meno grave in quantità (-23,8% e -1,6%), non si può dire lo stesso dell’Ucraina. Al crollo del 51,3% in valore, se ne accompagna uno analogo in quantità, pari al 51,9%.
Tra le tipologie dei prodotti più venduti all’estero, le borse coprono i 2/3 dei flussi, con un incremento del 17,5%. Seguono piccola pelletteria e cinture.
L’import registra una crescita del 41,5% in valore e +32,6% in quantità sui primi 10 mesi del 2021. Il principale paese importatore è la Cina, con un’incidenza del 56%. Le importazioni, pur comprendendo beni destinati alla riesportazioni, hanno reso la competizione più serrata.
Le importazioni frenano il saldo commerciale, che risulta comunque in attivo: 5,85 miliardi di euro, in recupero del 4,7% sui primi 10 mesi del 2021. Il risultato è comunque di rilievo, nonostante il declassamento all’interno dei capitoli merceologici della nomenclatura doganale. La pelletteria infatti scende di due posizioni rispetto alla quinta occupata nel 2021.
Si dovrà verificare se le proiezioni a 12 mesi saranno confermate. Nel caso si valuta come l’export possa raggiungere gli 11,16 miliardi, con conseguente aumento del saldo commerciale a 7,2 miliardi di euro.
Prossimi appuntamenti
La panoramica sul preconsuntivo 2022 della pelletteria, completa l’analisi dei dati economici sul settore. Nelle prossime settimane al centro dell’attenzione, saranno le fiere e le attività delle Associazioni di settore: Assocalzaturifici ed Assopellettieri. Appuntamento alla prossima settimana su www.mainservice.it.